Nell’ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza sono definiti gli interventi o meglio le funzioni assegnate agli agricoltori.
Tra queste , oltre alla basilare produzione di alimenti, c’è anche lo sviluppo delle comunità rurali, la protezione della natura e della biodiversità.
Parlando di sviluppo rurale viene quasi immediato rivolgere lo sguardo ai Borghi, intesi come strutture urbanistiche ben precise, sempre lontane dai centri urbani, un tempo luoghi poco conosciuti e genericamente pensati come spazi caratterizzati da arretratezza economica e architettonica , oggi invece sempre più ricercati, apprezzati tanto da diventare meno “oasi” e modelli del buon vivere. Puoi spiegarci un po’ questa evoluzione ?
Dai nostri Borghi, per anni abbandonati dalle logiche di mercato dominate dai potenti dell’economia,
parte un monito forte, abbiamo la necessità e l’urgenza di un nuovo modello di sviluppo, di essere ascoltati da chi governa perché vorremmo veicolare il messaggio che la montagna è una grande riserva valoriale e che
i nostri Borghi sono contenitori di biodiversità, di ricchezze culturali e materiali. Dovremmo far sì che in montagna arrivino i giovani; il futuro dei nostri Borghi è investire su di loro ed i tempi sembrerebbero maturi. La qualità della vita che ha proposto la città in questa problematica epoca, confrontandola con la qualità
di vita nei borghi, ne viene fuori un paragone a dir poco inquietante. Cresce il numero di giovani che intravedono nei nostri luoghi , l’ambiente per poter sperimentare nuovi stili di vita e di lavoro. Il lavoro che si è fatto in questi anni per lo sviluppo dei nostri amati Borghi, ricco di dati statistici, ha sintetizzato in medio e lungo termine un elenco di possibili interventi che ci consentono di comporre un quadro di azioni e progetti coerente con le linee guida del PNRR

Parlando di sviluppo rurale viene quasi immediato rivolgere lo sguardo ai borghi (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con la stessa proposta regionale redatta per il PNRR, con la SNAI (Strategia Nazionale delle Aree Interne), e con lo strumento di programma “Contratto Istituzionale di Sviluppo”. Proprio con riferimento
alla proposta della Regione Sicilia per il PNRR, per la quale le nostre amministrazioni locali e le Istituzioni sono chiamate a confrontarsi per suggerire e segnalare le opportune integrazioni, la nostra strategia ci aiuterà ad
aprire un Tavolo di concertazione con l’amministrazione regionale per concordare finanziamenti mirati ad interventi che interesseranno non soltanto gli stessi Borghi ma anche le aree Interne, alle quali i Borghi potranno offrire nuovi servizi di cittadinanza attiva, abilitati dalle infrastrutture digitali a quelle fisiche, dalla mobilità, alla scuola e alla salute e sopratutto all’innovazione nell’agroalimentare ed al turismo.
Attribuire agli agricoltori il compito dello sviluppo rurale non può significare caricare di troppa responsabilità dei soggetti che invece dovrebbero occuparsi principalmente di altro?
Nessuno ha dubbi. Il ritorno alla montagna passa da un ritorno all’agricoltura. Come ridare vita a migliaia di ettari di incolto, di territorio abbandonato. Non si può attribuire ai solo agricoltori il compito di uno sviluppo rurale dei territori. La programmazione e supporto di chi lavora su questi fronti deve essere ottenuta
in stretta sinergia con Coldiretti, Cia, Confagricoltura, l’Università e gli attori delle politica regionale e comunale. Due incentivi prioritari che vanno oltre i finanziamenti.. La defiscalizzazione e la sburocratizzazione, insieme sono l’opposto delle politiche assistenzialistiche fatte per trent’anni in Italia.
È possibile che la fine della pandemia o comunque l’allentamento delle restrizioni possa generare un effetto contrario ovvero di allontanamento dai Borghi e un ritorno alla vita frenetica dei centri urbani ?
Non penso. I cittadini che hanno vissuto per molti mesi in restrizioni rinchiusi in pochi metri quadrati in condomini verticali delle grandi metropoli e che a causa della pandemia sono rimasti segregati in casa , hanno sicuramente capito che vivere in maniere frenetica non ha senso e che la fonte vitale sulla quale si fondono le civili convivenze umane sono i valori che indissolubilmente noi dei borghi giornalmente viviamo e nutriamo.

Quali rapporti secondo te esistono tra Borghi e filiera agroalimentare?
Dalla nascita l’associazione ha sempre sostenuto, promosso e valorizzato i prodotti tipici dei Borghi con Ecce Italia, la rete costituita da tutte le realtà produttive e dalle aziende di eccellenza dei borghi più belli d’Italia.
Difatti, l’obbiettivo della rete è l’individuazione di elevate qualità di prodotti tipici capaci di rappresentare l’identità del territorio di appartenenza nella complessità delle sue tradizioni e nei fattori storici culturali.

il 23 novembre scorso, in cooperazione con la Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) è stato presentato il progetto “Mercato Italiano dei Borghi”. Il progetto ha come obbiettivo la promozione e la valorizzazione delle
aziende produttive ed enogastronomiche dei Borghi più belli d’Italia, ha la durata di 4 anni e prevede: il censimento di tutte le produzioni locali e delle relative aziende produttrici, la mappatura della filiera produttiva
(produzione , trasformazione e distribuzione nei mercati italiani ed esteri), il censimento e la classificazione delle certificazioni presenti, un database digitale con le informazioni raccolte, le ricerche di mercato e le statistiche di vendita sui dati raccolti. Si tratta di un’operazione di grande rilevanza a livello nazionale, che consentirà di acquisire indicatori capaci di misurare il valore e l’impatto di un segmento strategico per l’intero
paese. Naturalmente il consorzio Ecce Italia è partner del progetto.

Giuseppe Giannavola