L’intervista

Cosa vuol dire essere donna al comando di un’azienda in un contesto normalmente maschile?Non è una situazione nuova: provengo da una famiglia di imprenditori e sono praticamente cresciuta in azienda. All’età di 10 anni già mi recavo in ufficio imparando, giorno dopo giorno e telefonata dopo telefonata, a gestire le relazioni con i clienti e i fornitori. Da oltre 25 anni guido una realtà che opera nel settore agricolo e zootecnico, un ambiente prettamente maschile. Il mio percorso di crescita mi permette di dialogare con qualunque interlocutore, a prescindere dal genere.

Sono certa del fatto che le persone intraprendenti e adeguatamenmente formate sappiano generare collaborazioni vincenti.

Cosa ti ha spinto a intraprendere questa attività?

Sentivo di avere le giuste conoscenze nel settore, con ottimi rapporti sul territorio e aziende di alto livello da poter rappresentare. Dunque ho deciso, con il supporto di mio marito Felice Cammara, di intraprendere questa avventura.

Quali sono le difficoltà che incontri e quali i vantaggi?

Capita che alcune persone chiedano di parlare con una figura maschile in quanto non mi ritengono abbastanza competente in ambito tecnico. Riscontro invece nelle nuove generazioni un approccio sempre più aperto, che mi consente di creare rapporti empatici e funzionali a una proficua collaborazione.

Come fai a gestire il personale?

In primis, cerco di dare loro importanza, di valorizzare il loro lavoro e di dimostrare gratitudine: l’apporto di tutti è fondamentale per raggiungere gli obiettivi aziendali. Con questo approccio sono riuscita a instaurare un clima di fiducia e di rispetto reciproco con tutti i dipendenti.

Quale supporto maschile è indispensabile per la tua azienda?

Mio marito Felice è accanto a me da tanti anni e crede nelle mie capacità. Insieme abbiamo dato vita all’azienda, abbiamo raccolto successi e superato difficoltà. Mi ritengo autonoma in tutte le necessità aziendali,
ma le sue competenze tecniche e commerciali sono fondamentali per servire al meglio i clienti.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Migliorare il più possibile offerta e servizi: spesso nel settore agricolo si lavora sull’urgenza, mentre ci piacerebbe contribuire a diffondere una cultura della pianificazione, tra noi e presso i nostri clienti.

Che grado di valutazione dai alle donne che gestiscono le imprese oggi?
Vedo competenza, flessibilità e voglia di mettersi in gioco.
Cito volentieri l’esempio del marchio di silos in vetroresina da noi rappresentato Eurosilos Sirp, guidato da Dayana Telefri, amministratore delegato, e dal fratello Luigi in qualità di presidente. Collaboro con Dayana da anni su tutti i fronti, commerciali e strategici. La ritengo una vera e propria leader, nella sua grande competenza e nel suo modo garbato di ascoltare, comprendere e rispettare le persone a tutti i livelli.

Quale consiglio vorresti dare a chi si cimenta adesso in questa nuova avventura?

Sembra banale, ma vorrei dire loro di non arrendersi mai e puntare dritte alla meta. Inoltre, di avere rispetto del lavoro altrui e di non sentirsi mai sul “piedistallo”, bensì di essere pronte a mettersi in discussione. Personalmente, mi piace anche cercare esempi imprenditoriali virtuosi da seguire.

Brunilde Giumento