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Frumenti antichi siciliani: un’alternativa colturale per gli agroecosistemi erbacei

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Frumenti antichi siciliani: un'alternativa colturale per gli agroecosistemi erbacei

Tesi della Dott.ssa Maria Concetta Fasciana

COSA SONO I GRANI ANTICHI
Il termine “grani antichi” è un termine “commerciale”, di recente molto utilizzato per identificare un elevato numero di popolazioni locali (landraces o agro-ecotipi) che furono alla base dell’alimentazione delle civiltà mediterranee per alcuni millenni, prima di essere progressivamente sostituiti dalle moderne varietà di frumento, e che ora vengono riscoperti per le loro particolari caratteristiche nutrizionali e per la loro capacità di adattarsi al metodo produttivo biologico.
I grani antichi non rappresentano un patrimonio immutabile, tramandato tal quale nei secoli; perchè esso è variato nel tempo in funzione di cambiamenti intervenuti a vari livelli (tecniche agronomiche, fattori ambientali, evoluzione delle esigenze e disponibilità alimentari, delle tradizioni, delle conoscenze).
EVOLUZIONE DEI FRUMENTI COLTIVATI
Durante il processo di adattamento ai diversi ambienti di coltivazione e alle diverse necessità dell’uomo, il frumento ha risposto con variazioni morfologiche e fisiologiche differenti.
Le variazioni genetiche principali hanno riguardato l’adattabilità alle condizioni di coltivazione, in
particolare, la perdita del meccanismo di disseminazione e di protezione dei semi, per cui il frumento per la sua sopravvivenza è diventato completamente dipendente dall’agricoltore.

PERCHE’ I GRANI ANTICHI FURONO ABBANDONATI?

Tramite il miglioramento genetico, sono state selezionate delle cultivar di frumento con diverse caratteristiche rispetto ai grani antichi con i seguenti obiettivi:             

•Aumentare le rese produttive;

•Ricerca di minore taglia della spiga;

•Cultivar con maggiore resistenza ai patogeni e alle avversità.

Il primo ad occuparsi di miglioramento genetico fu il genetista Nazareno Strampelli che inizia a sperimentare e a incrociare le sue collezioni, ed effettua manualmente le ibridazioni. L’ obiettivo del genetista è quello di risolvere tre principali problemi del grano: la ruggine causata dai funghi, l’allettamento dall’altezza del fusto e la siccità. Si impegna quindi a creare varietà resistenti, più basse e con un ciclo vegetativo che anticipa la maturazione. In poco tempo le varietà di grano, da lui sviluppate si diffusero in tutto il mondo. Strampelli creò più di 60 varietà, ma col tempo per migliorare la produzione furono anch’esse sostituite. Una di queste era il grano “Senatore Cappelli” allora uno dei più diffusi, ma al giorno d’oggi, coltivato in poche regioni d’Italia. A partire dagli anni Settanta i grani di Strampelli sono stati via via sostituiti da varietà più proteiche che si adattano meglio alle lavorazioni industriali (come il Creso, ottenuto con mutazioni genetiche indotte dall’irraggiamento di raggi X e gamma): grani più bassi (così non si piegano) e con rese migliori, ma meno profumati e gustosi e sospettati di essere i responsabili del proliferare di celiachia e intolleranze al grano. Per questo negli ultimi anni i grani antichi (come sono definiti quelli inventati da Strampelli) stanno vivendo una seconda giovinezza, soprattutto nel metodo di coltivazione biologico.

OGGI I GRANI ANTICHI VENGONO RIVALUTATI

Le caratteristiche che mancavano ai grani antichi, risultavano essere delle criticità insormontabili nell’ambito di un approccio produttivo convenzionale, basato soprattutto su obiettivi produttivi quantitativi, appaiono ora non solo risolvibili, ma addirittura dei punti di forza nel quadro di un modello agricolo di qualità sia sotto il profilo ambientale che nutrizionale.

Questo permette di:

•Tutelare la biodiversità;

•Aumentare il valore storico e culturale;

•Valorizzare la filiera corta;

•Aiutare i piccoli produttori.

Le varietà locali sopravvivono lì dove c’è una precisa identità colturale ed una sensibilità da parte di consumatori consapevoli, elementi che possono rendere economicamente competitive, rispetto alle varietà convenzionali, e che nello stesso tempo, stimolano gli agricoltori a continuare a coltivare e a presiedere il territorio. Oggi l’interesse verso le varietà locali ha avuto una crescita esponenziale: sempre più agricoltori si affacciano a queste vecchie varietà, consapevoli di ciò che possono rappresentare per il territorio e per il progresso: è indubbia l’importanza che possono avere queste varietà in programmi di miglioramento genetico, perché rappresentano una fonte genetica primaria da dove attingere per programmi di ricerca applicata.

Dalle varietà locali si potrà quindi ripartire per l’agricoltura del futuro.

L’attività di raccolta e conservazione del germoplasma negli ultimi anni sta assumendo un’importanza fondamentale, soprattutto perché oggi, più che nel passato è a rischio l’esistenza stessa della biodiversità. Grazie al lavoro della stazione sperimentale di granicoltura di Caltagirone, molte varietà locali di grani antichi siciliani sono state salvate dal rischio di estinzione, sia ai fini di ricerca, sia allo scopo di avviare attività produttive attraverso la loro reintroduzione in sistemi agro-alimentari sostenibili e ad alto valore aggiunto. L’ente negli ultimi anni ha potuto donare agli agricoltori un grande numero di varietà locali.

L’attività di raccolta e conservazione del germoplasma negli ultimi anni sta assumendo un’importanza fondamentale, soprattutto perché oggi, più che nel passato è a rischio l’esistenza stessa della biodiversità. Grazie al lavoro della stazione sperimentale di granicoltura di Caltagirone, molte varietà locali di grani antichi siciliani sono state salvate dal rischio di estinzione, sia ai fini di ricerca, sia allo scopo di avviare attività produttive attraverso la loro reintroduzione in sistemi agro-alimentari sostenibili e ad alto valore aggiunto. L’ente negli ultimi anni ha potuto donare agli agricoltori un grande numero di varietà locali.

METODI DI RICONOSCIMENTO DEI GRANI ANTICHI

L’enorme materiale raccolto proveniente da tutte le parti della Sicilia, venne classificato sistematicamente in modo da avere un punto di partenza per la classificazione e riconoscimento delle varietà che oggi vengono reperite nel territorio. Di questo lavoro se ne occupò Ugo De Cillis, le 45 varietà da lui descritte sono collezionate presso la stazione di granicoltura, ad eccezione di una, la Cannizzara, andata perduta e fino ad ora non ancora reperita. Alcune varietà si sono aggiunte di recente, perché arrivate dopo o perché non classificate, come il Russello e la Bufala Bianca. 

Le chiavi di riconoscimento delle varietà si basano sulle differenze morfologiche della spiga, della cariosside e sulla precocità di maturazione. Un altro aspetto importante è legato al nome locale di ogni varietà, che ci fornisce indicazioni per la collocazione della varietà nel territorio. 

Le fotografie sono fondamentali perché sono uno strumento di riconoscimento indispensabile soprattutto per distinguere due varietà simili.

UN’IMPORTANTE RISORSA PER LA BIODIVERSITA’: VARIETA’ LOCALI DA CONSERVAZIONE DI GRANI ANTICHI

I grani antichi siciliani appartengono alle “varietà locali da conservazione” in quanto:

– Sono popolazioni, ecotipi e varietà naturalmente adattate alle condizioni locali e regionali;

– Minacciate da erosione genetica e che hanno un interesse economico, scientifico, ambientale;

– Possono presentare un certo grado di eterogeneità.

L’importanza riconosciuta a livello comunitario e nazionale, ha fatto si che venisse istituito dal CREA uno specifico registro per le varietà da conservazione: 

– autoctone e non autoctone, mai iscritte in altri registri nazionali, purché integratesi da almeno 50 anni negli agroecosistemi locali;

– non più iscritte in alcun registro e minacciate da erosione genetica;

– non più coltivate e conservate presso istituzioni pubbliche o private.

LA PROSPETTIVA DELLE VARIETA’ LOCALI DI OGGI
La sempre più crescente domanda di prodotti agroalimentari d’eccellenza, attenta alle produzioni
sostenibili, orienta i consumatori verso prodotti trasformati che stanno trovando nella tipicità e nelle varietà locali i loro punti di forza.
Il consumatore di oggi mette al primo posto i profumi e i sapori dei prodotti finiti, aspetti
legati alle tradizioni, alla tipicità, al territorio e alla storia.
Il territorio siciliano rappresenta un distretto variegato e altamente tipicizzato, caratterizzato dalla tutela e dal mantenimento della biodiversità.
Ecco perché l’interesse delle varietà locali di grani antichi ha avuto una crescita esponenziale. 

PROPRIETA’ , BENEFICI E MITI DA SFATARE…

Con la valorizzazione e il crescente utilizzo di prodotti derivati dai grani antichi, sono aumentati gli studi e le ricerche su di essi. Seppure ricchi di aspetti positivi, quali pregiate caratteristiche organolettiche che li contraddistinguono dai grani moderni, esistono però dei miti da sfatare:

•Hanno meno glutine (FALSO);

•Riducono lo sviluppo di intolleranze (DA DIMOSTRARE);

•Sono più leggeri e digeribili (DA DIMOSTRARE);

•Non hanno subito alterazioni (FUORVIANTE);

•Sono meno raffinati (FUORVIANTE).

COME IL MONDO DELLA RICERCA PUÒ CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO DELLA FILIERA

Avviare ricerche, coinvolgendo competenze multidisciplinari (genetisti, agronomi, tecnologi, microbiologi, nutrizionisti, esperti di comunicazione e marketing etc.) ed in accordo con gli altri attori della filiera, finalizzate a:

– Completare la caratterizzazione morfo-fenologica, genetica, qualitativa, sensoriale e nutrizionale delle landraces (ponendo attenzione anche alla variabilità intra-popolazione e alle interazioni genotipo-ambiente)

– Ampliare le conoscenze sul valore salutistico dei frumenti antichi e del loro ruolo del contenimento delle patologie glutine-correlate

– Identificare processi di trasformazione in grado di valorizzare pienamente le peculiarità qualitative, sensoriali e nutrizionali delle diverse materie prime

– Identificare strumenti utili per la certificazione di prodotto e di processo

– Individuare modalità di informazione e divulgazione innovative e più efficaci

QUALITÀ NUTRIZIONALE E FUNZIONALE DEL FRUMENTO DURO 

GRANI ANTICHI VS GRANI MODERNI

– Analogo contenuto in polifenoli e flavonoidi totali ma maggiore diversificazione nella composizione (Dinelli et al 2009 e 2011)

– Maggiore protezione da stress ossidativi, da non attribuire ad un singolo composto, ma al profilo complessivo (Khorasan: Gianotti et al 2011), con conseguente riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari (Khorasan: Sofi et al 2013)

– Maggior contenuto in resistent starch (amido resistente) (Dinelli et al 2013)

– Differenze nel contenuto in microelementi: Se, Fe, Zn, etc (Palumbo et al 2016)

Università degli studi di Palermo 
Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali

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